Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Una "esperanza de amor" alla Romagna Milonga. Al via la terza edizione della rassegna di tango

Appuntamento all'Almagià di Ravenna il 13 marzo: musica, tradizione e incroci di culture con la Uisp.

Un'esibizione di tangodi Vittorio Martone


RAVENNA - "Come una scuola di tutte le cose, già da bambino mi desti, tra la meraviglia, il 'cigarillo'… la fiducia nei miei sogni e una speranza d'amor". È tra l'evocazione dell'infanzia e il sogno di una vita piena e innocente che si apre il tango di Enrique Santos Discepolo intitolato "Cafetin de Buenos Aires". Lo stesso sogno lo rivivranno forse il 13 marzo all'Almagià di Ravenna, al civico 2 dell'omonima via, i danzatori che si raduneranno per la "Romagna Milonga", il raduno di associazioni di tango della Romagna giunto alla sua terza edizione.

L'annuale "serata speciale", organizzata dall'associazione culturale "Blu Tango" affiliata alla Uisp Ravenna, richiama le associazioni di tango della Romagna assieme a un numero sempre maggiore di ballerini, appassionati e timidi osservatori, che rimangono in disparte a "spiare" i volteggi ed i passi di una danza che trascende la tecnica per parlare, attraverso il corpo, di emozioni e di vita. Perché il tango è, per gli appassionati e non solo, una cultura che comunica con la voce struggente delle nostre radici migranti, di quel flusso dall'Europa verso l'Argentina che ebbe luogo agli inizi del XX secolo di cui gli italiani costituirono una larga parte.

Musica e movimento per parlare quindi di mescolanza di razze e culture, lingue e tradizioni. Questo il fulcro dell'appuntamento di sabato 13 che vedrà l'esibizione dell'orchestra tipica "Lo Que Vendrà", composta dai due bandoneon di Simone Marini e Giampaolo Costantini, dai due violini di Mario Pace ed Elena Floris, dal contrabbasso di Gianluca Ravaglia, dal pianoforte di Daniela Fidanza e dalla voce di Ruben Peloni. "Musicalizador" della serata - ovvero il "dj", per dirla con termini più profani - sarà El Popul Castello.

Un appuntamento che parla, oltre che di tradizione e mescolanza, anche di espressività e linguaggio del corpo. Perché, per dirla con le parole di Miguel Àngel Zotto, da molti considerato il più grande ballerino di tango di tutti i tempi: "Nessuna danza popolare raggiunge lo stesso livello di comunicazione tra i corpi: emozione, energia, respirazione, abbraccio, palpitazione. Un circolo virtuoso che consente poi l'improvvisazione".

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